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alessandro amaducci

videoarte. storia, autori, linguaggi

kaplan, torino, 2014, pp.214

isbn 9788889908990


di silvia bordini

risale al 2014 la pubblicazione del libro videoarte. storia, autori, linguaggi, di alessandro amaducci, il quale è non solo un  osservatore attento ma anche un  protagonista dello scenario dell’arte video in quanto artista - dal 1989 ha realizzato ed esposto numerosi lavori  - e  inoltre docente nel laboratorio interdisciplinare del dams di torino e autore di numerosi saggi.

nella controcopertina di questo libro amaducci si definisce dunque videoartista e per il titolo usa il termine videoarte, affrontando direttamente la definizione di uno specifico campo dell’arte con proprie caratteristiche, tecniche e vicende su cui ci si interroga ancora. la videoarte ha infatti accumulato nel circa mezzo secolo della sua storia un quantitativo interessantissimo di denominazioni – corrispondenti alla varietà di tecnologie e interpretazioni in continuo mutamento - che amaducci sintetizza lucidamente scrivendo: “per video si intende quel vasto panorama tecnologico di esperienze che usano l’elettronica e il digitale; dall’era delle cosiddette tecnologie analogiche, per passare al digitale fino a includere l’alta definizione digitale. ma il territorio del digitale si estende non solo alla gestione di immagini e suoni in movimento derivati da riprese effettuate con telecamere o con altri stratagemmi tecnologici, ma anche in primo luogo a tutto l’audiovisivo che viene costruito dalla macchina-computer, e quindi all’animazione digitale, definita anche computer grafica”.

ricco di informazioni, analisi e interpretazioni il libro assorbe una quantità di dati da un campo di studi molto vasto e articolato cui l’autore fa disinvoltamente riferimento nella bibliografia conclusiva, mentre nel testo le note indicano via via i siti dei videoartisti di cui parla, e che sono tantissimi, affascinanti ed eterogenei, tanto da comporre un panorama diversificato nel tempo e nei vari contesti.

il libro è diviso in capitoli che affrontano la videoarte nella scansione canonica dei decenni (le radici e poi anni ‘70, ‘80, e dai ‘90 a oggi), individuando cardini e punti di rottura che generano cambiamenti importanti non solo nel modo di fare arte e videoarte ma anche di fruirla, collezionarla, conservarla. dal video monocanale alla diretta e all’installazione e alla computer grafica –con un vertice segnato dalla fine della tecnologia analogica e dall’affermazione del digitale.

all’interno di questa scansione cronologica tradizionale la narrazione delle estetiche e dei linguaggi (giustamente al plurale) della videoarte sono affidati a una serie di medaglioni sui singoli artisti: con una certa predilezione, sembrerebbe, per il contesto internazionale a scapito delle presenze di videortisti italiani (peraltro già trattati da amaducci in altri saggi), e con approfondimenti sulle connessioni con la musica e con il cinema. nel contesto di questa struttura che appare a volte omologante rispetto alla grande varietà di indagini e soluzioni interne alla videoarte, il libro è denso di riferimenti, scorre con intelligenza, sviluppando la complessità multidisciplinare dei temi e degli artisti trattati nei termini di una scrittura chiara e lineare.

viene da chiedersi, leggendolo, cosa spinga un artista a scrivere una storia così dettagliata sulle componenti estetiche e sulle pratiche che sono consuete alle proprie espressioni creative. a prima vista questo libro suggerisce la figura del prof. del dams, forse più che dell’artista, ma poi  emergono via via i codici più sottili del discorso critico, cioè l’attenzione e la messa in risalto per quelle che  amaducci definisce “ambivalenze”. ambivalenze tra realistico e irrealistico, tra astrazione e referenzialità, tra pittura e media tecnologici. e se questi  slittamenti ondivaghi sono per amaducci alcune  delle chiavi di lettura fondamentali dei percorsi della videoarte, essi affondano le radici nella sua attività artistica trovando riscontro nei video e nelle videoinstallazioni; cioè nelle istanze simboliche e nei processi sperimentali che egli continuamente inventa o adotta, permeati di  oscillazioni tra l’onirico e il realistico, la macchina e il corpo. alla ricerca del segreto di immagini e linguaggi mutanti che sempre tornano su se stessi, nel territorio delle interferenze tra inconscio e tecnologia.



questo volume si può scaricare gratuitamente presso iris-aperTO, archivio istituzionale open access dell'università degli studi di torino.

https://aperto.unito.it

lo troviamo a questo indirizzo:

https://aperto.unito.it/retrieve/handle/2318/149457/25983/Alessandro%20Amaducci%20Videoarte.pdf

in questo archivio  è possibile scaricare anche altri testi di amaducci. qui la lista:

https://aperto.unito.it/simple-search?query=amaducci#.WkUrH7iGyJA

numero 0,5
indexnumero_05.html